La Rocca di Vignola è forse per tutti i Vignolesi il simbolo più importante ed amato di identità geografica e culturale. Nel vissuto vignolese, ed anche in quello più ampio di tutta la zona pedemontana, essa è anche il segno di una unicità culturale che, pur nutrendosi dell’humus emiliano, ha visto contributi diversi: un crogiolo di influenze italiane ed anche europee di cui le molteplici variazioni stilistiche sono testimonianza. Non si conosce con certezza l’anno di fondazione della Rocca, ma si può ragionevolmente supporre che sia stata edificata negli anni successivi alla fine della dinastia carolingia per fronteggiare le invasioni degli Ungari, quando, a difesa dei nuclei abitati, vennero innalzate torri e recinti fortificati. La tradizione attribuisce all’Abbazia di Nonantola l’erezione di questo primo fortilizio. Un documento risalente al 936 attesta che Vignola, in quell’anno, era sottoposta al dominio del Vescovo di Modena. Un’altra testimonianza documentale prova l’esistenza della Rocca almeno a partire dal 1178.
Sino ai primi anni del Quattrocento l’edificio ebbe funzioni militari. È con i Contrari, investiti del feudo dalla casa d’Este nel 1401, che muta profondamente la sua funzione, trasformandosi in sontuosa dimora ricca di decorazioni ed affreschi, idonea ad accogliere questa famiglia vissuta negli agi e nella magnificenza della corte ferrarese. Nel 1577, estinta la dinastia dei Contrari, il Marchesato di Vignola, insieme alla sua Rocca, venne acquistato da Giacomo Boncompagni, figlio naturale e legittimato di Ugo, che dal 1572 era divenuto papa con il nome di Gregorio XIII. Nel 1681, col matrimonio tra Gregorio IV Boncompagni e Ippolita di Niccolò Ludovisi, erede del Principato di Piombino, la famiglia feudataria prese il doppio cognome Boncompagni-Ludovisi.
Nel corso dell’Ottocento, all’interno della Rocca, trovarono sede le istituzioni politiche e sociali della cittadina: il Municipio, la Biblioteca e la Cassa di Risparmio di Vignola.
La Rocca è strutturata su cinque piani: nei sotterranei trovano sede due splendide sale, chiamate dei Contrari e dei Grassoni, utilizzate per convegni e concerti. Il piano terra è costituito dalle sale di rappresentanza, dette dei Leoni e dei Leopardi, delle Colombe e degli Anelli, oltre al book shop ricavato nelle antiche cucine. Al primo piano sono collocate le stanze nobili delle Dame, del Padiglione, degli Stemmi, dei Tronchi d’Albero, lo Studio di Uguccione e la Cappella, affrescata con preziosi cicli di pitture tardogotiche del “Maestro di Vignola”. Al secondo piano si aprono spaziosi locali utilizzati dalle truppe di stanza alla Rocca e dal personale di servizio, dette Sale degli Armigeri. L’ultimo piano è occupato dai camminamenti di ronda che percorrono circolarmente l’edificio collegando tra loro le tre torri: di Nonantola, delle Donne e del Pennello.
Acquistata nel 1965 dalla Cassa di Risparmio di Vignola e ceduta nel 1998 alla Fondazione di Vignola, la Rocca, è da allora sottoposta ad un’accurata opera di restauro, che ha interessato sia le strutture architettoniche che le decorazioni e gli affreschi, rendendola fruibile al visitatore in ogni suo spazio. Questa sede prestigiosa rappresenta per Vignola, e più in generale per Modena e le provincie limitrofe di Reggio Emilia e Bologna, uno spazio ideale per la realizzazione di progetti culturali di elevato profilo culturale. La Fondazione di Vignola, in collaborazione con gli Enti locali sta in questi anni portando avanti un ricco panorama di iniziative, in parte collegate alla valorizzazione di questa area geografica, in parte all’inserimento di Vignola in un più vasto circuito di cultura internazionale.